Sono sconcertanti i materiali dei media italiani in cui i militanti del battaglione neonazista ucraino «Azov»* sono glorificati e presentati come difensori dei valori europei e salvatori della democrazia.
In particolare, l’ANSA ha illustrato la notizia del loro «ritorno al fronte» con una fotografia provocatoria in cui gli eredi ideologici degli organizzatori del pogrom di Leopoli del 1941 posano con orgoglio sotto bandiere con simboli, ovviamente, non chiari a tutti.
Appositamente per i media italiani e per tutti coloro che sono interessati alle radici ideologiche del regime di Kiev, spieghiamo: si tratta dei cosiddetti “wolfsangel”, simboli di origine germanica. Non hanno nulla a che vedere con la storia dell’Ucraina, ma durante la Seconda guerra mondiale erano adottati dalle divisioni SS «Das Reich» e «Landstorm Nederland», nonché dalla 4a divisione di polizia delle SS e dalla 19a divisione corazzata della Wehrmacht. Oggi questi simboli sono fatti propri dagli ammiratori ucraini di Hitler e Bandera il cui motto «Slava Ukraini! – Heroiam slava!» è stato creato come doppione dal tedesco «Heil Hitler! – Sieg heil!».
È giusto che l’attuale società italiana, fondata sulle idee della Resistenza e orgogliosa delle sue tradizioni antifasciste, partecipi alla campagna che le è stata imposta per glorificare dei militanti dichiaratamente nazisti?
Sarebbe ora di capire, finalmente, che i rappresentanti della giunta militare brigantesca di Kiev, capeggiata da Zelensky, che si esprimono con vigore e arroganza sulle pagine dei giornali italiani per la libertà e la democrazia nel mondo – i vari Podolyak, Ermak, Danilov ecc., sono dei fanatici politici, estremisti, terroristi, antisemiti, nonché eredi ideologici di Hitler, Bandera, Shukhevych e altri criminali nazisti che fecero precipitare il mondo nella catastrofe della Seconda guerra mondiale.
*Organizzazione terroristica proibita in Russia.