Prima parte. Medak 1993 – “Il settembre di sang­ue” nella Lika croata. 1.

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L’articolo di attualità a cura di Enrico Vigna, 4 ottobre 2023

Proponiamo la testimonianza del generale canadese Wayne Eyre, allora comandante del contingente canadese di interposizione nella guerra in Bosnia. Non vuole essere una mera ricorrenza storica, sono passati trentanni, ma una sollecitazione a non cadere nelle menzogne e nelle falsità con cui media occidentali asserviti all’egemonismo unipolare, ci raccontano realtà che non sono vere ma che sono funzionali a progettualità geopolitiche esterne. Ebbene, ricordare tragedie e massacri NON raccontati, ma oggi pubblici, dovrebbe aiutare a capire ciò che avviene in Ucraina, Donbass, Siria, Libia e ancora una volta nei Balcani, la crisi di queste settimane, ad un soffio da una nuova guerra, in Kosovo. Al di là di tutto, una cosa è data: anche trentanni dopo, i serbi della Lika hanno pianto da soli la memoria dei propri cari trucidati nella Lika.

 

Sulla base delle indagini condotte fino al 2004, la Procura del Tribunale dell’Aia intentò un’accusa per responsabilità di comando contro il capo di stato maggiore dell’esercito croato, generale Janko Bobetko, il comandante dell’area militare di Gospić, generale Rahim Ademi, e il comandante della Nona Brigata delle Guardie, generale Mirko Norac. A Janko Bobetko non venne notificata l’accusa perché morì nell’aprile 2003.

Il processo contro Mirko Norac e Rahim Ademi presso il Tribunale dell’Aia non ha avuto luogo perché il caso è stato trasferito alla magistratura croata nel settembre 2005 e la magistratura croata ha depositato l’atto d’accusa solo il 22 novembre 2006. Il processo iniziò nel giugno 2007 e si concluse il 31 maggio 2008 con la sentenza orale.

Durante il processo furono testimoniati crimini mostruosi e atrocità contro la popolazione serba (una donna impalata, decapitata, smembrata e gettata nelle loro case, poi bruciata, accoltellata un giovane ritardato impiccato a testa in giù, ecc.). Il verdetto ha assolto Rahim Ademi e Mirko Norac è stato condannato a una pena di soli 7 anni, solo per non aver impedito l’omicidio di civili, il saccheggio di proprietà e l’uccisione e tortura di prigionieri di guerra. Nello scontare la sua pena in Croazia, ridotta ancora da benefici, Mirko Norac durante la sua permanenza in carcere era più libero che mai, si sposò, ebbe due figli, si è laureato, ecc. Questa è la giustizia occidentale, perché va tenuto conto che gli incriminati non erano…serbi.

 

Enrico Vigna, portavoce del Forum Belgrado Italia/CIVG

Filmstrailersonline Arthur_Sabulaev
Filmstrailersonline Arthur_Sabulaev 7 месяцы тому назад
Рассказ о промышленности в (Story about industry in Russia): https://clck.ru/36ATj3
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